civitavecchia aggressione

La vicenda ha inizio mercoledì sera intorno alle 23.30 quando, una pattuglia della  Polizia di Stato del commissariato Prati è stata fermata in piazzale degli Eroi da un cittadino straniero che, preoccupato,  riferiva di non avere più notizie di una sua amica.

Accompagnato negli Uffici del Commissariato Ponte Milvio, diretto dal Antonio Soluri,  per sporgere denuncia.

Lo stesso ha raccontato , che la sua amica, il giorno precedente, aveva un appuntamento di lavoro.

L’uomo proseguiva dicendo che intorno alle 22.30 riceveva un ulteriore messaggio dove la sua amica gli chiedeva aiuto raccontando di  essere stata costretta a recarsi in un albergo di Civitavecchia, contro la sua volontà.

Allertato il commissariato di Civitavecchia, diretto da Paolo Guiso, provvedeva ad inviare sul posto due pattuglie, dove hanno localizzato la struttura alberghiera.

Dopo i primi accertamenti, i poliziotti hanno individuato la stanza dove risultavano alloggiare alcuni cittadini indiani e lì, una volta all’interno, hanno trovato un uomo e due donne. Una di queste, con gli occhi pieni di lacrime ed il volto tumefatto ha raccontato agli agenti di essersi presentata ad un appuntamento con la falsa promessa di lavoro e da lì condotta in quell’ albergo con la scusa di trascorrere una serata in compagnia.

Da quel momento per la donna è iniziato un incubo: una volta all’interno della camera l’atteggiamento della coppia infatti è cambiato. Prima hanno chiuso a chiave la porta e poi le hanno chiesto di spegnere il telefono. Dalle parole sono passati ai fatti. Attraverso l’uso della forza dopo averla spinta sul letto con violenza, l’hanno spogliata degli abiti toccandola nelle parti intime. Solo grazie alla energica reazione della vittima, non ci sono state conseguenze ulteriori.

Più tardi, in un momento di distrazione dei due aguzzini, la vittima è riuscita ad inviare un messaggio di aiuto ad un amico e quest’ultimo ha avvertito la Polizia.

Arrestati dagli agenti del Commissariato di Civitavecchia, i due stranieri, identificati per K.D.M. di 36 anni e B.S., una donna di 42 anni, dovranno rispondere di sequestro di persona e violenza sessuale aggravato dall’inganno e dall’uso di sostanze alcoliche.

Fonte: Questura di Roma 

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